Nove morti, tutti difficili da identificare dalle autorità israeliane: sono le vittime dell’assalto della marina di Tel Aviv alla nave di attivisti pro Gaza Freedom Flotilla. Secondo quanto riferisce il quotidiano Yediot Ahronot è problematico attribuire un nome ai cadaveri, almeno al momento.
I cadaveri sono custoditi nell’Istituto di medicina legale di Abu Kabir (Tel Aviv). Il giornale ha appreso che si tratta di uomini, di età compresa fra 20 e 50 anni, “tutti di grandi dimensioni”.
Il quotidiano lascia implicitamente intendere che potrebbero aver fatto parte delle decine di militanti armati di spranghe e di coltelli che, all’inizio dell’operazione – secondo la versione delle autorità israeliane – si sono avventati contro i membri del commando israeliano. Per identificarli, aggiunge il giornale, la polizia israeliana ha chiesto la collaborazione delle autorità turche. In particolare si procede secondo una tecnica di eliminazione: dalla lista delle centinaia di passeggeri saliti a bordo della Marmara vengono depennati i nomi degli attivisti arrestati al loro sbarco forzato nel porto di Ashdod (a sud di Tel Aviv), la cui espulsione ha avuto inizio oggi mercoledì 2 giugno.