
Il presidente del Consiglio, Mario Monti è intervenuto alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giovannini, svoltasi a Roma, a Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato. Giovannini ha preso il posto di Giancarlo Coraggio, eletto giudice della Corte costituzionale.
Monti ha pronunciato un breve discorso, in cui, forse dimenticando che li aveva appena riordinati,
ha segnalato l’esigenza di controlli, anche preventivi, “sull’operato della Pubblica amministrazione” e procedure più snelle per uscire dalla crisi.
Riferisce, in proposito, l’Ansa che, secondo il Professore Monti, “nel nostro ordinamento c’è un profondo processo di cambiamento del diritto amministrativo” che “richiede una nuova impostazione tra poteri pubblici e cittadini”. Aggiungendo, come detto, che c’è sempre più “un’esigenza di controllo, anche preventivo, sull’operato della Pubblica amministrazione”, un controllo che consenta “l’affermazione della legge’’. Ed ha precisato che in un’Italia in movimento serve che “l’intera Giustizia amministrativa si adegui al cambiamento che il Paese chiede”.
Giustissimo, tanto è vero che il Presidente Monti, ha portato in Consiglio dei Ministri un provvedimento d’urgenza, quello che è divenuto il decreto-legge, 10 ottobre 2012 n. 174 (Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali), il quale ha attribuito alla Corte dei conti nuovi controlli. Facendo giustizia di quella improvvida “riforma” che, sul finire degli anni ‘90, con evidente dimostrazione di scarsa conoscenza della realtà amministrativa, aveva drasticamente ridotto i riscontri preventivi, in particolare negli enti locali (i Comitati regionali di controllo – Co.Re.Co. andavano certamente riordinati ma non azzerati), i nuovi controlli puntano ad assicurare una finanza territoriale sana e di stampo europeo.
Controlli riordinati con un provvedimento d’urgenza, come detto, a dimostrazione che la situazione era divenuta insostenibile, che non sarebbe stato possibile attendere oltre, che il ripristino di opportuni presidi di avvistamento tempestivo delle illegittimità confermano il ruolo essenziale della Corte dei conti, “garante imparziale dell’equilibrio economico finanziario del settore pubblico e in particolare della corretta gestione delle risorse collettive sotto il profilo dell’efficacia, dell’efficienza e della economicità”, per dirla con le parole della Corte costituzionale.
Parlando di controlli dinanzi ai Consiglieri di Stato il Presidente del Consiglio ha voluto aprire a nuovi interventi normativi in materia di giustizia amministrativa. Infatti, ha anche affermato che “un diritto amministrativo più snello è una delle vie che ci condurranno più lontano dalla crisi’’. Aggiungendo che questa è ‘‘esigenza primaria per i cittadini e per gli operatori economici’’ che individuano nel buon funzionamento della giustizia amministrativa ‘‘la garanzia di sviluppo per il paese’’.
L’intervento della pubblica amministrazione nei settori economici, sono ancora parole di Monti, ‘‘non solo non è un ostacolo ma è di ausilio per il sistema-paese e per gli imprenditori’’. Quello che però deve essere certo, chiede Monti, è che ‘‘la qualità e l’efficienza dell’azione amministrativa non venga raggiunta a discapito delle regole’’. Infatti, ha ricordato Monti, “non vi è una politica di Governo che si possa attuare con efficacia se l’esecutivo non può contare su una risposta di una Amministrazione pubblica efficace e non burocratica”.
In questo quadro il Consiglio di Stato rappresenta per Monti ‘‘il garante della giustizia amministrativa. Il giudice amministrativo è il garante dei cittadini, è il garante delle imprese. E l’interesse generale del paese – conclude – reclama un giudice amministrativo all’altezza dei tempi’’.
Per la verità, il Presidente del Consiglio, all’atto dell’insediamento del suo governo, aveva prospettato plurime semplificazioni. Poi la montagna ha partorito il solito topolino perché le lobby delle amministrazioni e delle professioni gli hanno creato ogni genere di ostacoli. Le semplificazioni che oggi nuovamente ha evocato sono necessarie per evitare che in angolini nascosti delle procedure continuino ad annidarsi prevaricazioni ed illeciti. Con effetti devastanti sul sistema economico, perché le imprese tendono a non espandersi e a non diversificarsi per non dover scalare il muro irto di trabocchetti delle carte inutili. Mentre gli investitori, in particolare esteri, ne sono dissuasi soprattutto quando ad una inutile pesantezza burocratica si aggiungono gli effetti della corruzione, una tra le più evidenti controindicazioni all’ingresso nel mercato italiano.
In questo contesto è evidente che, semplificate le procedure, i controlli preventivi e successivi, lo diceva pure Cavour che di amministrazione se ne intendeva, garantiranno una corretta gestione amministrativa, dando ai cittadini ed alle imprese certezze in punto di legalità, sicché sarà sempre meno necessario disturbare il giudice amministrativo.