MILANO – Nel prendere la parola alla seconda udienza del processo Ruby, in cui il presidente del Consiglio è imputato per prostituzione minorile ed altri reati, uno degli avvocati del premier, l’onorevole Niccolò Ghedini, ha annunciato che solleverà sedici questioni preliminari.
Tra queste, quella relativa alla competenza funzionale che spetterebbe, secondo la difesa del presidente del Consiglio, al Tribunale dei ministri perchè Berlusconi avrebbe agito nella veste di capo del governo quando chiamò in questura per l’affidamento di Ruby alla consigliera regionale del Pdl, Nicole Minetti.
Altre questioni, ha spiegato Ghedini, riguarderanno la competenza territoriale, cinque eccezioni relative al rito immediato, quattro alle intercettazioni, una sulla violazione della corrispondenza in merito all’esame di alcuni documenti bancari e due sul fascicolo dibattimentale.
Ghedini ha parlato anche del ”convincimento chiaro e incontrovertibile” da parte di Silvio Berlusconi che la giovane marocchina fosse la nipote dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak. Questa, secondo la difesa, è una delle ”ragioni” per cui gli atti devono essere trasmessi al tribunale dei ministri.
Il difensore del premier ha inoltre spiegato ai giudici che qualora volessero, potrebbero sentire anche le persone, ascoltate anche nell’ambito delle indagini difensive, che erano presenti quando Berlusconi incontrò Mubarak e manifestò il suo convincimento che Ruby fosse la nipote dell’ex presidente egiziano. Secondo la difesa, infatti, i giudici potrebbero sentire questi testimoni prima di decidere sulla questione di incompetenza funzionale.
Tra le persone citate dall’avvocato Niccolò Ghedini, e già sentite nelle indagini difensive, ci sono i ministri Frattini e Galan, Paolo Bonaiuti e l’interprete che era presente all’incontro bilaterale. ”Queste indagini difensive comprovano – ha spiegato l’avvocato – anche il collegamento funzionale del presunto reato”.
Nell’incontro con Mubarak, secondo Ghedini, Berlusconi manifestò un ”convincimento chiaro e incontrovertibile”, che ”lo aveva guidato a fare dichiarazioni ufficiali in un pranzo formale”. Secondo la difesa, inoltre, ci sono anche altri soggetti come ”l’architetto Di Bernardo e la signora Fragata” che hanno avuto ”indicazioni da Karima el Mahroug che ella sarebbe stata maggiorenne e parente del presidente egiziano”.
Ghedini, infine, ha citato anche una relazione ”del sovrintendente capo Imperiale” sulla famose notte in questura, tra il 27 e il 28 maggio 2010, nella quale si parla dell’affidamento di Ruby a Nicole Minetti ”in quanto nipote del presidente egiziano Mubarak”.