
ROMA – Rimborsopoli in Piemonte. Il gip contro il pm: “Processate vicepresidente e assessore”. Coinvolti nove consiglieri regionali (sei di centro-sinistra, tra loro segretario Pd). Sergio Chiamparino: “Fiducia immutata”. Lega, FI e Movimento 5 Stelle attaccano: “Si dimettano subito”.
Scrive Ottavia Giustetti su Repubblica:
“L’abbuffatina” del centro-sinistra va di traverso alla giunta regionale di Sergio Chiamparino e decine di coppette gelato, cappuccini e brioche, tramezzini e cibi da fast food obbligano il governatore a cambiare i suoi intenti. «Attendiamo il primo grado di giudizio»: dice adesso che il gip di Torino ha chiesto l’imputazione coatta per due suoi assessori, Aldo Reschigna (Pd) al Bilancio, e Monica Cerutti (Sel) alle Pari opportunità. Mentre in campagna elettorale diceva: «Nessun rinviato a giudizio nella mia giunta».
L’accusa per loro è di peculato per aver utilizzato impropriamente i fondi dei gruppi regionali, e l’inchiesta è la stessa che due anni fa travolse la Regione in mano al centro-destra guidato dal leghista Roberto Cota. Nel fascicolo dove per il presidente del Carroccio c’era lo scontrino delle “mutande verdi”, e per i suoi colleghi della maggioranza fiumi di cene a base di tartufo e borse di Louis Vuitton, il giudice, alle prese con le richieste di archiviazione, ha rispolverato le note spese di chi allora stava all’opposizione e adesso governa. E ha emesso un’ordinanza di imputazione coatta per nove politici, tre del centro-destra e sei del centrosinistra, mentre la procura li voleva archiviati. Rischiano ora il processo anche il segretario regionale del Pd e vicepresidente del Consiglio regionale, Davide Gariglio, e il senatore Pd Stefano Lepri.
«Mangiare è un bisogno personale non un’e- sigenza della politica», scrive il gip Roberto Ruscello nella sua ordinanza. E poi spunta idealmente uno a uno dai bilanci del Partito democratico, dal 2008 al 2010, decine di piccole spese ricorrenti, quelle per i pasti veloci tra una riunione e l’altra, per le colazioni al bar prima di entrare in Consiglio, la scatola di praline e il pandoro, le bottiglie di spumante per i regali di Natale. Chiamarla abbuffata è troppo. Ma l’elenco alla fine si fa lungo lo stesso. E sono di nuovo migliaia di euro di denaro pubblico.
«La fiducia nei confronti dei miei assessori resta immutata», dice il governatore Sergio Chiamparino. E le dimissioni formali di Reschigna e Cerutti non fanno neppure in tempo a toccare la scrivania del presidente: «Appena appresa la notizia i due assessori hanno subito messo a disposizione le loro deleghe che io ho respinto nel modo più netto». «Siamo di fronte a due livelli della magistratura — aggiunge — il pm che aveva chiesto l’archiviazione e il gip che ha dato valutazioni opposte. Se la magistratura ha dato due interpretazioni diverse sarebbe bizzarro che io dessi la ragione a uno o all’altro. Chi ha la titolarità per decidere deciderà, noi intendiamo attendere quel giudizio ». Adesso la procura dovrà scrivere il capo d’accusa per gli indagati, poi sarà fissata un’udienza preliminare, durante la quale un altro giudice deciderà se processare o proscioglierli. Chiamparino sottolinea che «al momento non c’è nessun rinvio a giudizio». E sottolinea che nulla cambierà nella trattativa sulla legge di stabilità con il governo dove, nei giorni scorsi, da numero uno della Conferenza delle Regioni, ha preso posizione contro il premier Matteo Renzi (…)