GROSSETO – L'Associazione di consumatori Codacons si e' costituita parte offesa nell'inchiesta sul naufragio della nave Costa Concordia e stamani al conferimento dell'incarico della Procura al proprio consulente tecnico, professor Marcello Chiarotti, per effettuare i test tossicologici al comandante Francesco Schettino, ha chiesto che l'esame sia esteso anche alla verifica se lo stesso Schettino al momento dell'incidente fosse ubriaco.
''Il Pubblico ministero ci ha risposto che per loro e' sufficiente accertare l'eventuale assunzione di stupefacenti, ma non quella sull'assunzione di alcol'', ha detto l'avvocato Carlo Rienzi uscendo dalla Procura di Grosseto. ''Non siamo d'accordo perche' i nostri esperti ci dicono che – ha proseguito – e' possibile anche a distanza di giorni trovare tracce di alcol. Pertanto oggi pomeriggio presenteremo un'istanza specifica per estendere il test'' fissato per il 26 gennaio all'Universita' Cattolica di Roma.
Durante il conferimento dell'incarico, avvenuto intorno alle 10, la difesa di Francesco Schettino, rappresentata dall'avvocatessa Patrizia Fabiani, ha eccepito ''il difetto di legittimazione'' del Codacons a partecipare a questa fase dell'inchiesta, poiche' si tratta di un ente che non puo' essere annoverato tra le persone offese.
Il Pubblico ministero ha pero' ammesso il Codacons evidenziando che l'Associazione ha presentato una denuncia, che e' portatrice di interessi collettivi e che la sua partecipazione non inficia l'accertamento da svolgere.