GAZA – Retate fra militanti e simpatizzanti di vari gruppuscoli ultraintegralisti salafiti sono in corso in queste ore da parte della polizia di Hamas, nella Striscia di Gaza, nell'ambito delle indagini sul rapimento del volontario italiano Vittorio Arrigoni. Lo riferiscono all'ANSA testimoni oculari, secondo i quali i fermi potrebbero essere un tentativo di far pressione in questa fase sui sequestratori. Il rapimento e' stato rivendicato da un commando della finora poco nota Brigata Mohammed Bin Moslama, che si ritiene legata alla galassia salafita palestinese e che ha fissato un ultimatum di 30 ore per ottenere da Hamas la liberazione di alcuni detenuti, pena l'uccisione dell'ostaggio. A tarda sera, portavoce di due delle piu' conosciute sigle salafite di Gaza (Jund Ansar Allah e Tawhid wa Jihad) si sono fatti peraltro vivi per dissociarsi dal sequestro, negare qualsiasi loro responsabilita' nell'episodio e avanzare il sospetto che la vicenda possa rappresentare l'occasione per un giro di vite da parte di Hamas contro le fazioni piu' indocili. Voci incontrollabili si rincorrono intanto sul luogo dove Arrigoni potrebbe essere tenuto. Alcune non escludono che il rapimento possa essere spostato indietro di alcune ore rispetto all'orario indicato (la mattinata di oggi) e che l'attivista italiano sia stato magari portato attraverso un tunnel del contrabbando nel Sinai egiziano. .